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VICENDE STORICHE DEL CASTELLO DI ARZIGNANO

PERIODO VENEZIANO   [pag 4/5]

Nel 1618, per mano del perito Girolamo Roccatagliata che lo firma il 7 settembre, viene redatto un prezioso "dissegno della Rocca et Castello d'Arzignano".

La costruzione vi appare nella parte alta del colle, con la cinta muraria e le torri appoggiate ai dolci pendii, assecondando la tipica irregolarità del terreno, con le strade esterne che conducono da porta Cisalpina "alla terra di Arzignano", da porta Calavena "al Costo et Tece". Affascinante immagine che ci permette di conoscere fedelmente l'insieme del "Castello" agli inizi del '600, fornendoci un'ottima guida per il necessario e urgente restauro complessivo del borgo.
"Dove habita il sig. Vicario", in una collina a parte, sta isolata la Rocca, comunicante con il resto del castello attraverso il caratteristico portale segnato con la lettera C. Addossata alla cinta, vediamo la loggia "ubi redditur jus"; non compaiono le torri delle scale esterne, oggi visibili. Certamente non esisteva la scala vicina al pozzo, ma facilmente era in costruzione o era appena terminata quella a chiocciola.
Come è messo in luce dall'intervento di restauro, l'abitazione dei vicari subì le trasformazioni tipiche di ogni civile abitazione nel corso del tempo, mentre la cinta muraria, con le sue torri, caduta progressivamente in disuso, conobbe una lenta e progressiva decadenza. Così, in un atto notarile, datato 20 luglio 1721, si legge: "sono comparsi avanti a me nodaro li sigg. Paulo padre et ]seppo figlio Dal Maso, murari, et espongono per pura et mera verità essersi conferiti in castello nella rocca ove abitano li sigg. vicari e fatto ogni maturo riflesso et osservazione del necessario bisogno che ivi si atrovano [...] hanno osservato che è necessario ricoprir tutte le case, cioè la rocca, la audienza, la stalla et il forno [...]".

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