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VICENDE STORICHE DEL CASTELLO DI ARZIGNANO

PERIODO VENEZIANO   [pag 3/5]

Gli invasori lasciarono i segni del loro triste passaggio, facendo "grande uccisioni de terrazzani", e "posero il fuoco nella roccha et negli altri edifici".
La pace si concluse solamente nel novembre 1516: già in data 16 dicembre dello stesso anno Venezia comunicava a Vicenza il contributo da pagare, contributo cui dovevano concorrere tutti i vicariati, compreso, naturalmente quello di Arzignano che, con Schio, sosteneva comunque l'onere maggiore. Era stata davvero una guerra devastante che aveva colpito soprattutto i più deboli: segnò la fine di un'epoca e l'inizio di un periodo, da un punto di vista economico e sociale, più inquieto e difficile.
Mentre si sviluppa nella terra veneta la civiltà della villa e, per ordine dello stesso governo veneziano, vengono eliminate molte strutture fortificate non più consone alle nuove esigenze belliche, nella seconda metà del '500 assistiamo alla trasformazione della Rocca arzignanese in palazzo. Certo restaurata dagli ultimi danni subiti, essa doveva divenire anzitutto la degna dimora di quel nobile vicentino che, ogni anno, il comune di Vicenza continuava ad inviarvi con la funzione di vicario.

Gli stemmi e le targhe, ancora visibili in loco, ci ricordano i vari interventi edilizi eseguiti, a partire dall'anno 1560, sia sulla torre che sulla loggia verso il cortile.
L'aspetto quattrocentesco venne modificato con l'innalzamento della torre, il tamponamento delle finestre centinate e l'apertura delle attuali finestre architravate, con la costruzione dell'esterna scala a chiocciola, terminante nella caratteristica loggetta, e la ristrutturazione della loggia ove si tenevano le udienze.

Il comune di Arzignano non mancò di dare il suo contributo economico.
D'altronde, già nella seconda metà del '400 Arzignano aveva conosciuto una fortunata stagione artistica, conseguente agli incrementi delle attività produttive nel campo della lana e della pelle. I muratori specializzati, venuti da Clusone (Bergamo), dalla Valcamonica e dalla Valsolda trasformarono e ingentilirono, soprattutto al Piano, l'importante centro economico arzignanese. Il monumento più significativo fu, all'epoca, la chiesa con il relativo con-
vento di S. Maria delle Grazie, voluto dopo la terribile peste del 1485.

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