La signoria scaligera
non riuscì a mantenere né l'unità né il
controllo del territorio. Già in lotta da
qualche tempo tra loro, Antonio e Bartolomeo
della Scala finirono per subire l'invasione
delle truppe di Bernabò Visconti: l'esercito
milanese, nel 1377, occupò le vallate dell'Alpone,
di Chiampo e Agno saccheggiando ogni paese.
In una situazione militare già difficile, i
fratelli continuarono a odiarsi a tal punto
che Bartolomeo, il 15 luglio 1381, fu ucciso
da Antonio. Nel 1387, Francesco Carrara,
signore di Padova alleato dei Visconti, e il
suo fedele capitano di ventura Giovanni
Acuto, favoriti da queste circostanze,
intrapresero una nuova offensiva su vasta
scala contro il territorio vicentino, mentre
l'esercito milanese faceva capitolare
Verona.
Finiva così la potente famiglia scaligera:
agli arzignanesi che, come tutti i
vicentini, tanto avevano resistito,
non restava altro che consegnarsi al
nuovo padrone Giangaleazzo Visconti,
di granlunga preferito ai Carrara di
Padova. A rendere ancor più
complicata la vita delle popolazioni
contribuì, nel ventennio 1370-1390,
una malattia che divorò foglie e
rami teneri distruggendo tutte le
colture: nello stesso periodo molte
furono le inondazioni, le carestie e
le epidemie di peste che spesso
colpivano in modo improvviso.
Al nuovo signore, nel 1392,
Arzignano chiese, come Lonigo,
particolari aiuti economici, a
motivo della "prompta fidelitas"
dimostratagli e che le
"possessioni giuste e
ingiuste" degli scaligeri fossero
affittate globalmente al comune.
E' tradizione che la
causa fosse sostenuta dal letterato
arzignanese Paolo Anzio, segretario di
Giangaleazzo.
Nel medesimo anno iniziò una revisione delle
fortezze conquistate dai Visconti nel
territorio veneto, revisione resasi
necessaria per le pressioni esercitate da
Venezia e Padova. Arzignano vide completato
il lavoro nel 1400, come si legge sulla
chiave di volta dell'arco esterno della
porta orientale Calavena.
Ma l'imprevista morte di Giangaleazzo nel
1402 venne a mutare il corso degli eventi,
causando il declino della signoria viscontea
e ponendo tutte le condizioni favorevoli per
il dominio veneziano sui vicentini, sempre
intolleranti verso i Carrara di Padova e le
loro continue incursioni. |