La struttura attuale
non reca però alcun segno dei primi
feudatari di Arzignano ed è certamente opera
di architettura difensiva non anteriore al
XIV secolo.
Pur non essendoci allo stato attuale degli
studi prove certe che attestino il
ripristino radicale e l'ampliamento del
castello in epoca scaligera, è tuttavia
presumibile che i lavori siano iniziati
durante la signoria di Mastino II della
Scala (1329-1351); è nota infatti la sua
preoccupazione di rinforzare le difese che,
nel vicentino, avevano subito gravi danni
durante la guerra veneto-scaligera. L'opera
militare molto facilmente fu portata a
termine da Cansignorio II e dai suoi
successori.
Appunto in un clima politico e militare
incerto, giustificato dalla rivolta della
valle capeggiata dal conte Giacomino nel
1336, Mastino II e i figli concepiscono il
progetto di un forte castello ad Arzignano.
Scrive Ettore Motterle: "fu scelta la
lunga schiena del contrafforte collinare
disposto in direzione da nord-est a
sud-ovest, alla cui estremità meridionale e
pianeggiante si trovava la pieve, in una
posizione che, mentre rispondeva ad una
esigenza di centralità rispetto alle
contrade del territorio, si prestava anche
al ruolo di difesa. La vastità dell'impianto
e l'imponenza dell'opera non sarebbero stati
possibili senza il contributo di un intero
distretto, quale potè essere il capitaniate
o vicariato di Arzignano e non sarebbe
comprensibile se non nel disegno di un
sistema difensivo che andasse oltre la valle
del Chiampo e interessasse l'intera zona di
confine tra Vicenza e Verona".
Perciò, la data 1370 incisa su una pietra
dello stipite interno di porta Calavena si
riferisce con tutta probabilità ad un
restauro. Si rafforza così la convinzione
che l'opera difensiva in quella data già
esistesse e che avesse quindi bisogno di
essere sistemata.
Da ricordare, inoltre, la contemporanea
organizzazione del territorio con la
creazione dei capitaniati, poi sostituiti
con i vicariati. I "Capitanei prò dominis de
la Scala" furono collocati da Cansignorio II
nei centri più importanti e quindi anche ad
Arzignano. Il nome "Capitane!" ha un chiaro
riferimento militare, comprensibile data la
situazione della signoria scaligera, premuta
da padovani e milanesi; si manterrà durante
la breve dominazione viscontea e, nel secolo
successivo sotto il potere veneziano, si
trasformerà in ufficio per l'amministrazione
della giustizia civile. I "Capitanei"
mutarono nome e furono chiamati "Vicari": la
loro elezione e i loro compiti erano
regolati dallo Ius Municipale Vicentinum.
Il vicariato civile di Arzignano riuniva le
circoscrizioni delle due pievi
ecclesiastiche di S. Maria di Arzignano e di
S. Maria di Chiampo, con i rispettivi centri
e i comuni di Altissimo, Durlo, S. Giovanni
Ilarione, Crespadoro, Nogarole e S. Pietro
Mussolino. |