HOME l INDICE STORIA l VISITA VIRTUALE

VICENDE STORICHE DEL CASTELLO DI ARZIGNANO

PIPPO SPANO, TRA LEGGENDA E REALTÀ [pag 2/2]

Fallita la mediazione diplomatica tentata dal papa Giovanni XXIII e fattasi inevitabile la guerra tra Venezia ed Ungheria, Sigismondo inviò in Italia un esercito di 14.000 soldati, con alla testa proprio Pippo Spano, nel tentativo di ottenere i territori dalmati e friulani.
Dopo una prima sconfitta subita dall'esercito "ungaro" a Motta di Livenza, lo Scolari portò la battaglia in territorio vicentino, assediando prima il castello di Marostica, poi, seguendo la strada pedemontana diretta a Verona, i castelli di Montebello e di Arzignano. Fu in questa occasione che, come ha scritto Giovanni Mantese, "la tradizione, colorata da motivi religiosi, creò una delle pagine più suggestive della storia arzignanese". Proprio in concomitanza con l'assedio del castello arzignanese, infatti, si ha la testimonianza storica dell'inizio della devozione, in Arzignano, alla martire catanese S. Agata. È probabile che tale devozione, già peraltro in voga in altri territori veneti sin dalla seconda metà del '300, abbia tratto particolare vigore dal fatto che l'assedio "ungaro" al castello, durato, si narra, ben tre settimane, fu tolto proprio il giorno 5 febbraio 1413, giorno dedicato dalla Chiesa alla riverenza della Santa di Catania.
Intorno alle cause che fecero desistere l'esercito di Pippo Spano nell'assedio del castello, tradizione locale vuole che la sconfitta dell'esercito ungherese sia imputabile all'intercessione della Santa invocata dalla popolazione castellana durante i lunghi giorni della guerra. Ad ogni modo, occorre considerare che, essendo il bilancio complessivo dell'offensiva contro Venezia fondamentalmente fallimentare, comportando una ulteriore avanzata nella pianura padana da parte di Pippo Spano e un pericoloso scontro diretto con le truppe di terra della Serenissima, l'esercito di Sigismondo deve essersi visto costretto a ritornare sui suoi passi, non volendo esporsi ulteriormente a facili sconfitte in una guerra già ormai vinta, su altri fronti, dagli avversar!.
Il valore militare di Pippo Spano ebbe modo, tuttavia, di trovare ulteriori conferme in molteplici episodi anche dopo la disastrosa guerra ungaro-veneziana. La fama di spietato guerriero sanguinario, sempre al fedele servizio di Sigismondo, seguirà lo Scolari per tutta la vita: il mercante guerriero fiorentino morì a Varadino il 27 dicembre 1426, a causa della gotta, malattia di cui soffriva da diversi anni.

Pag 15