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VICENDE STORICHE DEL CASTELLO DI ARZIGNANO

I CONTI DI ARZIGNANO [pag 1/2]

Agli inizi del secolo XI, ai tempi del dissolvimento del contado unitario,
Arzignano diventò signoria dei conti di Vicenza. Antichissimi e potentissimi, i conti, da parte di padre, ebbero origine dai Maltraversi, cioè da Vitale Ugo Candiani di Venezia: nella cronaca dello storico Paglierini si dice appunto che "da questi conti di Vicenza sono discesi li conti di Arzignano". Da parte di madre essi discendono da Emilia, ultima erede di Alferisio, conte carolingio di Vicenza. Non siamo tuttavia in possesso del loro albero genealogico completo.
Giovanni Mantese ritiene documentata la loro presenza in Arzignano sin dall'origine del castello di S. Maria, sul quale il vescovo di Vicenza non vantava diritti e perciò si deve considerare di proprietà comitale e signorile. Dalla "Cronica del magnifico Sig. Eccelino da Romano" sappiamo, inoltre, che, nel 1213, c'erano i "castellani di Arzignano" ; come ogni famiglia nobile avevano il loro stemma: scudo d'argento con fascia rossa in senso orizzontale. A Vicenza tenevano proprietà e normalmente trascorrevano in città gran parte dell'anno.
Egano è il più noto e discusso conte di Arzignano. Dopo la morte di Ezzelino da Romano, nel 1262 si schierò contro la parte guelfa vicentina legata ai padovani. Nel 1264 "d. Eganus de Arzignano salivit super castrum [...] et Paduani et Vicentini iverunt in exercitu supra Arzignanum et non potuerunt habere dictum castrum".
Il gesto del conte Egano equivalse ad un segnale di rivolta degli "extrincesi", cioè dei ghibellini filo-veronesi contro i guelfi filo-padovani. Di qui il divieto, come si legge negli statuti del comune di Vicenza dello stesso anno, di costruire case nei pressi del castello e l'ordine di distruggere quelle esistenti. L'anno successivo lo scontro si fece più duro. Alla fine, i guelfi ne uscirono vincitori e nei confronti del conte Egano venne ordita una congiura. Fu corrotto, con mezzi a noi ignoti, il nipote Rosso, figlio di Singofredo (senior) e fratello di Azzolino. L'uccisione di Egano avvenne nel 1266, "occasione hereditatis d. Andree de Serafico": è interessante notare che gli uccisori furono tutti "extracti de banno", cioè banditi e, comunque, subito amnistiati.
Dopo la morte di Egano, magari in maniera più convinta che in passato, la famiglia dei conti di Arzignano confermò la sua divisione in ghibellini e guelfi, seguendo le sorti alterne del comune di Vicenza su cui esercitarono il loro potere ora Padova (guelfa), ora Verona (ghibellina).

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