Il recente restauro (risalente all'epoca della
grande mostra su Maffei tenutasi a Vicenza nel 1956), aveva fissato le cadute di colore e
rinforzato la tela originale con una doppia foderatura.
L'intervento pittorico, però, era stato piuttosto cospicuo, con stuccature e ritocchi debordanti.
Inoltre il quadro era stato ricoperto da una vernice che, invecchiando, si era ossidata e ingiallita,
offuscando il dipinto, appiattendo i chiaroscuri e impedendo così una corretta lettura cromatica
dell'opera.
Si notano poi nella parte alta della centina due piccoli distacchi localizzati della tela originale da
quella di rifodero, dovuti probabilmente all'insufficiente tensionamento del dipinto sul vecchio
telaio non originale, che era fisso e molto debole. Dopo aver risolto i problemi del supporto
montando il dipinto su un nuovo telaio ad espansione, e consolidando localmente i punti di distacco
delle due tele, si è proceduto con la pulitura rimuovendo la vernice ossidata e le reintegrazioni
pittoriche più recenti. Sono state corrette le stuccature debordanti mentre alcuni ritocchi più
antichi (localizzati sui blu scuri delle vesti e lungo i bordi in corrispondenza dell'azzurro del cielo),
sono stati mantenuti in quanto integrati col dipinto.
A pulitura ultimata sono emersi più chiaramente i
particolari della tecnica d'esecuzione peculiari dell'opera. La tela, ha una tramatura "a saia", dal
tipico andamento diagonale riscontrabile in molti dipinti dell'epoca e per ottenere la
larghezza desiderata, si è resa necessaria la cucitura in verticale di due pezze. Molto inconsueta è stata la stesura
della preparazione, che di solito serve per appianare e regolarizzare la superficie della tela: nel
nostro caso la preparazione bruna è stata stesa a spatola e si notano in maniera molto evidente i
segni degli attrezzi, che non hanno nessuna analogia con le linee del disegno.
La stesura del colore è molto veloce ed immediata; campiture più omogenee si riscontrano nei
fondi e nei manti delle due donne. Alcuni particolari, come il volto ed il velo della Madonna, o gli
scorci delle mani mostrano una cura particolare dell'autore. In generale, comunque, si nota molta
freschezza nel segno, evidente soprattutto nelle parti in luce dei pianeggi e dei volti,
caratterizzate da pennellate corpose e sicure.
Nella parte alta del quadro le figure in secondo piano sono dipinte con velature sovrapposte di colori
pastello dall'effetto cangiante, che ricordano la delicatezza dell'acquerello. Il pittore ha operato per
sovrapposizioni sottili di colore, che col tempo, a causa dell'invecchiamento dell'olio di lino, hanno
lasciato trasparire le linee sottostanti accentuando ancora di più l'effetto di movimento dell'insieme.
Col ritocco pittorico non si è voluto attenuare questa caratteristica del
dipinto, data anche dall'irregolarità di certe stesure di colore; ci si è
limitati quindi alla reintegrazione a tratteggio delle stuccature e alla velatura degli scompensi
cromatici non imputabili al lavoro dell'artista.
Aurelia Rampon e Fiorella
Soffini
(restauratrici) |