Egregio direttore,
un parroco del mio paese, Arzignano, ha posto la bandiera della
pace proprio nel giro dell'abside, accanto alla sede, in presbiterio.
La gente della parrocchia ha applaudito a questo gesto d'amore e di coraggio. Dalle finestre di
moltissime canoniche sventola la stessa bandiera e non è raro vederla anche
sui portali delle nostre chiese.
Bellissima, la prima pagina del nostro settimanale con i balconi
fioriti d'arcobaleno, come la stupenda copertina di Famiglia Cristiana. Tutto ciò mentre nella
prima pagina di Verona fedele, il direttore esprime il suo confuso
dissenso nei confronti delle bandiere e dei movimenti pacifisti. Avrà ricevuto ordini da
Berlusconi, dato che tra Mediaset è Nuova Rai, il direttore veronese è sempre
davanti alle telecamere a dissertare di tutto con tutti, dimenticando volentieri di essere un sacerdote
cattolico.
La "minaccia destabilizzante e antigovemativa" che il Governo
cerca di far vedere nelle bandiere pacifiste che avvolgono l'Italia, esprime pienamente l'ipocrisia
che in questi mesi sta inserendosi in tutte le istituzioni italiane
sottomesse al potere dell'arrogante "piccolo imperatore" di Arcore.
Ma sfugge a molti un fatto che invece è angosciante, minaccioso.
Nessuno può negare che la bandiera della Lega sia stata
inventata per esprimere il distacco dell'Italia Settentrionale dal resto
della Nazione. Perciò è un simbolo anti italiano. E questa bandiera con la ruota, verde in campo
bianco o bianca in campo verde, è diventata un fatto maniacale per i leghisti ora al potere. Bossi è
perennemente in cravatta verde e i suoi devoti girano addobbati in vari modi, compresi i ministri e i
sottosegretari che hanno giurato sulla Costituzione italiana per dire subito che,
mentre giuravano davanti a Ciampi, pensavano di giurate per la repubblica padana.
E se prima poteva essere comico, quasi carnevalesco, vedere le
donne con le sciarpette verdi o addirittura in grotteschi completini dello stesso colore, e gli uomini
in camicia verde con il fazzolettino delle ruotine pendere costantemente dal taschino della giacca,
ora che questi separatisti si stanno impossessando di tutto ciò che sta
intorno a noi, il fatto diventa angoscioso, drammatico per il nostro futuro di uomini liberi. Ci
sono perfino i Cattolici padani, nella capillare organizzazione leghista
che è riuscita a intaccare anche l'integrità morale degli alpini in congedo con l'organizzazione
delle Penne verdi: uomini anziani che con il cappello alpino marciano nelle
adunate della Lega inalberando il cartello "Dime can ma no talian".
E basti per tutte la strampalata figura del sindaco di Treviso che ora si vorrebbe
additare come esempio per il prossimo primo cittadino di Vicenza.
E chi si erge a difendere, non si sa da chi, il cattolicesimo padano?
Borghezio, quell'essere spregevole che va a disinfettare i sedili dei treni dove siedono i lavoratori
stranieri, che lui chiama bestie.
Perciò, l'attacco governativo alla bandiera
della pace, ora che dallo stesso Governo sta arrivando la devolution
(termine celtopadano...), è una furbesca deviazione del reale pericolo
per l'Italia, pericolo da materializzare nel simbolo della bandiera con
la ruota, bandiera minacciosa che ci ricorda purtroppo altri vergognosi
simboli dell'intolleranza e del razzismo.
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